POEVISIONI 2017 a Varese e Germignaga

 

SCHEDE CRITICHE

 

Suite Habana di Fernando Pérez, Cuba, 2003, 83’

Cronaca quotidiana di alcuni abitanti di La Habana alle prese con i problemi della vita reale. Attraverso le loro vite tristi e allegre il regista compone una meravigliosa, indimenticabile “sinfonia urbana” che non ha quasi mai bisogno delle parole per dispiegare il proprio incanto. Un capolavoro del cinema cubano contemporaneo.

 

L’immagine mancante di Rithy Pahn, Francia-Cambogia, 2013,95’

Un capolavoro. Per molti anni il regista Rithy Pahn ha cercato una fotografia scattata tra il 1975 e il 1979, periodo in cui in Cambogia detenevano il potere i Khmer Rossi. Convinto che una fotografia, nonostante non sia la prova concreta di un omicidio di massa, permetta di pensare a molte cose, di meditare e di riscrivere la Storia, l’ha ricercata invano negli archivi, tra vecchi documenti e nelle campagne della Cambogia, arrivando alla conclusione che sia andata persa. Ha deciso così di ricorrere al cinema restituendo non uno scatto o la ricerca di una sola fotografia, ma l’immagine di una ricerca.

Lamerica di Gianni Amelio, Italia, 1994, 125’

Due affaristi italiani senza scrupoli nell’Albania post-comunista falliscono nell’intento di impiantare con l’inganno e la truffa una fabbrica di scarpe. Uno di essi però si perde in un paese ostile finendo in mezzo ai migranti i albanesi in viaggio verso l’Italia. Il più epico dei film di Amelio, ripropone il tema caro al regista dell’emigrazione situandolo su due piani storici e in una dimensione drammatica dove alla perdita della memoria del passato,  contrappone un’amara riflessione sul presente.

 Il sangue verde di Andrea Segre, Italia, 2010, 57’

La più riuscita tra le opere del regista dedicate ai migranti,  racconta la condizione  di semi schiavitù dei giovani africani neri di Rosarno in Calabria, dopo la rivolta del 2010. Accurato nella scelta delle atmosfere e nell’uso dei chiaroscuri, ha il merito di trasformare la cronaca quotidiana in riflessione sulla condizione umana degli “ultimi”.

Il ladro di bambini di Gianni Amelio, Italia, 1992, 100’

Un giovane carabiniere  riceve l’incarico di scortare da Milano alla Sicilia una ragazzina dodicenne, obbligata dalla madre a prostituirsi, e il suo fratellino, ostinatamente silenzioso e triste, in un riformatorio. Il viaggio, nella sua semplice e limpida geometria, si configura come lo scandaglio della sconfitta degli ultimi che accomuna adulti  e bambini, in un moderno realismo verghiano. Il film è ritenuto da molti critici il capolavoro di Gianni Amelio.

Il bambino che scoprì il mondo, di Alê Abreu,  Brasile, 2013, 80’

Moderno Alice nel paese delle meraviglie al maschile, il film racconta nel solco della migliore tradizione, il viaggio solitario di un bambino del Sertão verso la grande metropoli San Paolo. Rivelazione del cinema brasiliano d’animazione, è un lungometraggio in 2 D, ricco di poesia e di invenzioni geometriche di grande suggestione.

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